Qualità dell'ambiente urbano

Percorsi metodologici

I primi atti normativi italiani in materia di inquinamento atmosferico e acustico nelle città vengono emananti nel corso degli anni ’90. Nei successivi anni 2000, allo scopo di fornire un supporto informativo alle politiche di questo settore si concretizzò la raccolta, l’organizzazione e la diffusione dei dati sugli ambienti urbani.

Nel 2001, l’allora APAT, dedicò per la prima volta un capitolo a tali ambienti nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente e nel 2004 realizzò il primo Rapporto sulla qualità dell’Ambiente Urbano che aveva come oggetto di studio le principali 8 città italiane.

Questo Rapporto, elaborato attraverso il coordinamento di vari Servizi e Settori dell’Agenzia, ma anche con il supporto di soggetti esterni, mirava a mettere a sistema l’enorme mole di dati disponibili in modo da poter fornire un’informazione istituzionale fruibile non solo agli addetti ai lavori e agli amministratori ma anche ai cittadini. In quell’occasione si diede anche risposta all’esigenza di confronto, di analisi e valutazione del contesto urbano, di condivisione delle conoscenze tecniche e scientifiche, delle esperienze, delle informazioni con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (ARPA/APPA) e con le amministrazioni centrali, territoriali e locali.

Si giunse quindi alla elaborazione di un set di indicatori ambientali condiviso e armonizzato per tutto il territorio nazionale, utile ad individuare strategie armonizzate e sinergiche di tutela ambientale ma anche per la produzione e diffusione di una informazione condivisa e “solida” dal punto di vista tecnico-scientifico, che potesse essere strumento di supporto alla pianificazione e all’amministrazione delle nostre città.

Nel corso dei successivi anni, ISPRA ha rinnovato l’impegno di APAT intensificando la promozione congiunta delle attività sull’ambiente urbano con l’ANCI e rafforzando sempre più la collaborazione con il sistema delle Agenzie Regionali e Provinciali, anche a grazie alla istituzione del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, al punto che il Rapporto è diventato a tutti gli effetti un “report di Sistema”. Sono stati anche potenziati gli scambi di dati e informazioni con un gran numero di altri enti come ISTAT, ISS, ACI, Corpo Forestale, Regioni, Provincie, ecc.

Parallelamente, è andato via via consolidandosi l’approccio metodologico alla valutazione della qualità dell’ambiente urbano che è passato dall’analizzare i principali temi ambientali per solo 8 centri urbani, come nel 2004, fino ad arrivare, nel 2020, a elaborare i dati di 124 città italiane, tra capoluoghi e città popolose, con un focus anche sulle 14 città metropolitane.

Nel 2014 SNPA realizza un primo tentativo di lettura trasversale dei principali temi ambientali urbani nel documento “L’ambiente urbano: conoscere e valutare la complessità”, che accompagnava il X Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano.

L’ingente lavoro di raccolta, organizzazione e analisi dei dati sulle città italiane svolto negli anni tra il 2004 e il 2020, sfociato nella redazione di ben 15 Rapporti sulla qualità dell’Ambiente Urbano (RAU) e di specifici focus tematici, pubblicati con cadenza annuale, ha costituito la base per un ulteriore sviluppo del percorso condotto da ISPRA/SNPA in questo settore che ha condotto, nel 2022, alla pubblicazione di “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale”, il primo documento volto a fornire una lettura integrata delle tematiche ambientali in relazione alle sfide concernenti la sostenibilità degli ambienti urbani.

Con quest’ultimo documento, è stato adottato un nuovo approccio metodologico e di restituzione delle informazioni, individuando delle chiavi di lettura dei dati, dei nuovi criteri per la definizione del campione di città da analizzare, individuando un set di indicatori e soprattutto mettendo a punto una innovativa metodologia per l’elaborazione, la rappresentazione e la lettura dei dati.