Buone pratiche per la sostenibilità locale
È largamente riconosciuta l’utilità della diffusione e della condivisione di buone pratiche ambientali che si propongono, in quanto progetti innovativi e riproducibili, come modelli di riferimento per le Amministrazioni Locali che perseguono una strada di sostenibilità intesa come equilibrio tra la tutela ambientale, lo sviluppo economico e la componente sociale.
Per buona pratica si intende “….un’azione, esportabile in altre realtà, che permette ad un Comune, ad una comunità o ad una qualsiasi amministrazione locale, di muoversi verso forme di gestione sostenibile a livello locale” (Direzione Generale Ambiente dell’Unione Europea 1997). Si considera buona, quindi, una pratica che corrisponda all’idea di sostenibilità intesa come fattore essenziale di uno sviluppo in grado di rispondere “…alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie” (Rapporto Brundtland –“Our Common Future” UNCED, 1987).
La raccolta di buone pratiche deve costituire un insieme rappresentativo di iniziative progettuali rispetto alla varietà delle azioni effettivamente realizzate, esemplificando differenti tipologie di esperienze, settori di intervento, ambiti territoriali e scale dell’intervento (locale, regionale, nazionale o comunitario), ma anche differenti tipologie di soggetto attuatore (pubblico e privato) e destinatari dell’intervento. Elementi centrali delle buone pratiche sono il carattere innovativo, ovvero la capacità di produrre soluzioni nuove o che interpretino in modo creativo soluzioni già sperimentate, la trasferibilità e la riproducibilità vale a dire la possibilità di replicare alcuni aspetti del modello proposto in altri contesti o applicarli alla risoluzione di altri problemi. Un’altra caratteristica importante delle buone pratiche è quella di contribuire a integrare e migliorare le policy di cui sono espressione.
Poiché le Amministrazioni locali hanno il compito di affrontare e risolvere i problemi contingenti ambientali, economici, sociali con risposte immediate e concrete, è indispensabile una informazione e diffusione capillare, affinché le esperienze di ognuno siano di valido supporto al lavoro di tutti. Inoltre l’accesso a queste informazioni offre la possibilità di avviare nuove partnership tra città che condividono politiche e obiettivi o di favorire alleanze tra attori locali intorno a specifici progetti. Per questo all’interno del Rapporto annuale “Qualità dell’ambiente urbano” la rilevazione delle buone pratiche delle città inserite nel rapporto è diventata un tematica consolidata. Tale contributo annuale avviene secondo le modalità ed i criteri di selezione del progetto GELSO (GEstione Locale per la SOstenibilità) di ISPRA, sito web e banca dati sulle buone pratiche di sostenibilità locale, con un metodo di ricerca che si basa sulla collaborazione diretta delle Amministrazioni Locali, sull’analisi delle informazioni disponibili in rete e sulla consultazione del database di GELSO. L’intento principale è rilevare le attività prioritarie di ogni Amministrazione e dare informazioni sui loro progetti considerati “buone pratiche” catalogate secondo i settori di intervento della banca dati GELSO (Strategie partecipate e integrate, Agricoltura, Edilizia e Urbanistica, Energia, Industria, Mobilità, Rifiuti, Territorio e Paesaggio, Turismo).
Le nuove buone pratiche rilevate, dopo essere state pubblicate nel Rapporto, vengono inserite nella banca dati online del sito GELSO http://www.sinanet.isprambiente.it/it/gelso per il quale è stato recentemente sviluppato un nuovo motore di ricerca per navigare tra le buone pratiche del database, basato su quello messo a punto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente.