Salute e cambiamenti climatici: sintesi degli ultimi dati
Si riassumono di seguito gli ultimi risultati ritenuti più significativi ai fini della valutazione integrata dell’ambiente urbano nei 20 comuni capoluogo di regione e Bolzano, rimandando al documento integrale per una lettura complessiva e alla banca dati per il dettaglio degli indicatori.
Gli indicatori selezionati, il numero di giorni di allerta per ondate di calore e la variazione dell’eccesso di mortalità degli over 65 nella stagione estiva, non mostrano nel complesso tendenze significativamente critiche, bensì situazioni di variabilità nel periodo considerato. Con più di 20 giorni di allerta nel 2019, Campobasso (30), Bolzano (26), Perugia (25), Trieste (22) sono i comuni che presentano gli eventi più frequenti associati a temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono determinare effetti negativi sulla salute, in particolare nei sottogruppi di popolazione suscettibili (ovvero livello di allerta 2) o a ondate di calore vere e proprie cui corrispondono condizioni ad elevato rischio che persistono per tre o più giorni consecutivi (ovvero livello di allerta 3): in entrambi i casi si verifica l’allerta dei servizi sanitari e sociali. Nel periodo 2015-2019, in alcuni casi (es. Torino con +17% nel 2015, Milano con +16% nel 2015, Venezia con +4% nel 2015, Trieste con +5% nel 2015, Genova con +10% nel 2015, Bologna con +8% nel 2015, Perugia con +16% e + 41% rispettivamente nel 2015 e 2019, Roma con +8% nel 2015, Palermo con +20% e +13% rispettivamente nel 2017 e 2015), la mortalità estiva mostra un maggior eccesso negli anni con un più elevato numero di giorni di allerta.
L’andamento di questi indicatori va attentamente analizzato in considerazione dei dati sulle categorie di popolazione più fragile (< 5 anni e > 65 anni). Lo studio della struttura sociodemografica fornisce elementi utili ai decisori al fine di orientare le politiche di adattamento verso le categorie più vulnerabili. L’andamento degli indicatori considerati descrive una situazione omogeneamente tendente all’incremento della percentuale di popolazione 65 anni. Questo dato, già prevedibile per le note dinamiche demografiche del nostro Paese, suggerisce la necessità che le politiche di adattamento nei comuni del campione vengano indirizzate con crescente attenzione verso la fascia di popolazione più anziana, generalmente considerata meno resiliente di fronte al cambiamento e con una minore propensione o capacità di rispondere in caso di situazioni emergenziali.