Cambiamenti climatici: sintesi degli ultimi dati
Si riassumono di seguito gli ultimi risultati ritenuti più significativi ai fini della valutazione integrata dell’ambiente urbano nei 20 capoluoghi di regione e Bolzano, rimandando al documento integrale per una lettura complessiva e alla banca dati per il dettaglio degli indicatori.
In riferimento alle strategie e alle politiche sull’adattamento ai cambiamenti climatici, per il campione dei comuni analizzati si evidenzia ancora un percorso difficoltoso in tema di efficientamento della rete di distribuzione idrica. Le quantità ingenti di acqua che vengono disperse non raggiungendo gli utenti finali determinano lo spreco molto grave di una risorsa che il cambiamento climatico sta minacciando sempre più, con eventi siccitosi più frequenti, intensi e duraturi. Tali inefficienze compromettono quindi la resilienza delle realtà analizzate, minando la capacità dei comuni di fronteggiare i periodi di scarsità idrica e rendendo necessario, talvolta, il ricorso a misure di razionamento idrico. Nell’ottica della diversificazione delle fonti primarie di energia, necessaria a contenere la vulnerabilità del sistema energetico di fronte al rischio di eventuali blackout dovuti ad eventi estremi sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, troviamo nel campione analizzato una situazione eterogenea tendente ad un quadro di stabilità in relazione agli indicatori considerati.
Per quanto riguarda i benefici del verde in città, la presenza di superfici vegetate nell’area comunale svolge sostanzialmente due importanti funzioni in termini di resilienza ai cambiamenti climatici: la prima è quella di mitigare le isole di calore urbano, e conseguentemente promuovere la salute psico-fisica e il benessere della popolazione in occasione dei periodi più caldi, la seconda è associata alla capacità di tali superfici di ridurre il rischio allagamenti/alluvioni grazie alla permeabilità dei suoli e di assorbire ingenti quantitativi di acque derivanti da eventi di precipitazione più intensa. La situazione relativa a questo indicatore risulta essere piuttosto stabile.
Sul fronte della salute, con particolare riferimento al numero di giorni di allerta per ondate di calore e alla variazione dell’eccesso di mortalità degli over 65 nella stagione estiva, non si rilevano nel complesso tendenze significativamente critiche, bensì situazioni di variabilità nel periodo considerato. L’andamento di questi indicatori va attentamente analizzato anche in considerazione dei dati sulle categorie di popolazione più fragile (< 5 anni e > 65 anni). Lo studio della struttura socio-demografica fornisce elementi molti utili ai decisori al fine di orientare le politiche di adattamento verso le categorie più vulnerabili. Il dato rilevato, che mette in evidenza una chiara tendenza all’invecchiamento della popolazione, suggerisce la necessità che le politiche di adattamento nei comuni del campione vengano indirizzate con particolare attenzione verso la fascia di popolazione più anziana, generalmente considerata meno resiliente di fronte al cambiamento e con una minore propensione o capacità di rispondere in caso di situazioni emergenziali. Senza trascurare, tuttavia, la fascia dei più piccoli, altrettanto vulnerabili al cambiamento climatico.
Altro componente fondamentale per la resilienza delle aree urbane è la permeabilità del suolo. Nell’analisi condotta, l’impermeabilizzazione dei suoli, determinata ad esempio dalla copertura dei terreni con materiali di cemento o asfalto, è una delle più grandi problematiche delle città moderne, dove alla ridotta capacità di assorbimento del suolo si combinano gli effetti delle precipitazioni sempre più frequenti e intense, conseguenti ai cambiamenti climatici. Superfici in asfalto o calcestruzzo, contribuiscono inoltre all’amplificazione dell’effetto denominato “isola di calore urbano” nei centri abitati dove le temperature sono superiori anche di 4-5 °C rispetto alle zone periferiche. L’analisi mostra una sostanziale variabilità nel periodo considerato, senza tendenze particolarmente significative. Per quanto riguarda il reddito medio per contribuente, che rende conto di un livello di ricchezza della popolazione e, con essa, del livello di accesso ai servizi, alle opportunità e alle informazioni, si riscontra una forte disomogeneità all’interno del campione dei comuni analizzati. Infine, la percentuale di popolazione residente con titolo di studio terziario di secondo livello (laureati), che concorre a definire la struttura socio-demografica di contesto per i comuni analizzati e rappresenta un proxy della propensione della popolazione a formazione, informazione e competenza quali fattori positivi per la consapevolezza rispetto ai cambiamenti climatici, mostra per il biennio 2018-2019 un quadro di valori generalmente superiori al dato medio nazionale.